martedì 29 novembre 2016

29 NOVEMBRE 2016

Ultimo martedì di Novembre. Usciamo dai confini nazionali, per visitare quei Paesi che in questo periodo diventano dei Must.

Quali per esempio?

Austria. E altri Paesi mitteleuropei...

A me fanno  venire in mente i castelli, quelli delle fiabe. Quali sono i più belli?

Senza dubbio, uno dei più belli è il castello di Schönbrunn, famosa reggia imperiale di Vienna, sede della casa imperiale d'Asburgo dal 1730 al 1918. Una volta si trovava in campagna, ma ormai è stato inglobato dalla città. È ubicato ad Hietzing, nella periferia ovest di Vienna.
Il nome di Schönbrunn gli venne dato dall'imperatore Mattia che, durante una battuta di caccia in quest'area, scoprì una fonte di acqua limpidissima che chiamò schön(er) Brunn, ossia "bella fonte", da cui il nome, ed è attorno a questa fonte, secondo la tradizione, che si sarebbe costituito poi il castello intero. Oltre alla bellezza dei luoghi, il complesso del palazzo è noto per ospitare uno degli zoo più antichi al mondo.
Esso fu preso a modello dall'architetto veneziano Matteo Alberti per la progettazione del palazzo di caccia di Bensberg, eretto nel 1711 per il principe elettore del Palatinato, Giovanni Guglielmo, detto Jan Wellem. Dal 1992 il castello è amministrato dall'azienda Schloss Schönbrunn Kultur- und BetriebsgesmbH. Dal 1996 il palazzo ed il giardino sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco.

Ed in Austria, che si mangia?

Moltissime cose, a partire dagli Knodel, i canederli, le zuppe come quella di zucca, carni, salumi e la torta Sacher, la dolcissima torata al cioccolato ripiena di marmellata di albicocche.

22 NOVEMBRE 2016

E oggi, dove si va?

Emilia Romagna. Che ne dice?

Che vediamo?

La Certosa di San Girolamo, detta Certosa di Parma, è un complesso di edifici che si trova alla periferia di Parma nel quartiere San Lazzaro, in strada Certosa 20, nei pressi di via Mantova.
Per circa 500 anni fu sede di un monastero di Certosini, ma delle costruzioni originarie, edificate fra il 1285 e il 1304 per iniziativa di Rolando Taverna (arcivescovo di Spoleto dal 1278 al 1285), non rimangono quasi tracce.
Divenuta sede di una scuola della Polizia Penitenziaria, ospita circa 200 corsisti.

E che si mangia?

Tortellini, per esempio. Uno dei piatti più amati tanto dagli italiani quanto dagli stranieri. Un piatto regionale dal sapore delicato e che diventa una delle portate principali per molti pranzi domenicali e di Natale.
Per prima cosa l’impasto per la pasta con uova e farina. Mescolate prima con una forchetta e poi con le mani. L’impasto sarà pronto quando sarà liscio ed omogeneo: fate quindi una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare la pasta per un paio di ore.
Per il ripieno: fate rosolare le due tipologie di carne trita in una padella con un filo di olio. Mettete quindi nel mixer la carne cotta e aggiungete tutti gli altri ingredienti.
Quando la pasta sarà pronta, stendetela in sfoglie sottili e omogenee. Una volta stesa la pasta, ritagliate dei quadrati di circa 4-5 centimetri.
Posizionate al centro di ciascun quadrato un po’ di ripieno: aiutatevi con un cucchiaino. A questo punto c'è la chiusura dei tortellini. Piegate in due il quadrato di pasta in modo da formare un triangolo: per sigillare bene la pasta inumiditela leggermente e premete leggermente lungo gli angoli.
Posizionate quindi il triangolo di pasta sul dito indice con la base del triangolo rivolta verso la punta del dito: ripiegate quindi gli angoli esterni in modo che avvolgano il dito, inumiditeli e pressateli leggermente. Estraete delicatamente il tortellino dal dito e piagate verso l’esterno l’ultimo angolo.

15 NOVEMBRE 2016

E poi dove siete andati?

In Puglia.

E cosa c'è di interessante in Puglia?

In Pugliaaaa? La Puglia è una regione italiana a statuto ordinario dell'Italia Meridionale di 4 068 544 abitanti, con capoluogo Bari.

A sud?

Confina con il Molise, la Campania e la Basilicata, è bagnata dal mare Adriatico e dal mar Ionio. Fino alla prima metà del XX secolo per descrivere la regione il nome era declinato al plurale, Puglie, tuttora presente nella toponomastica della zona in Tavoliere delle Puglie e, sino al 1931 in Bari delle Puglie, nome ufficiale dell'attuale capoluogo amministrativo.
Con Bari (capoluogo) e le province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Taranto, Brindisi e Lecce. La Puglia è la regione più orientale d'Italia: la località più ad est è Capo d'Otranto (Otranto), distante 72 chilometri da Capo Linguetta, la punta più settentrionale della Penisola del Karaburun in Albania e 78 chilometri dall'isola greca di Fanò.
La prima entità statale d'Italia che prese il nome di Langobardia o Longobardia si trova nel sud della penisola e comprendeva principalmente la Puglia; era un territorio governato dai bizantini (thema) con capitale Bari. Il termine germanico Langbardland viene utilizzato solo dopo la caduta del Regnum Langobardorum e solo per indicare il thema bizantino del sud Italia con il nome di Longobardia o Langobardia, luogo chiamato Langbardland dai guerrieri germanici Variaghi che combatterono in quelle terre contro bizantini e normanni; in Svezia i popoli germanici a ricordo di questi guerrieri Variaghi eressero delle pietre runiche chiamate Pietre runiche d'Italia.

Fiera di San Giorgio

La fiera regionale di San Giorgio si tiene a Gravina ed è la più antica d'Italia (essa ha circa 720 anni).La Sagra de la Pittula a Surano (23 dicembre)Caratteristico dolce fritto natalizio augurale. Costituito da pasta di semola lievitata fritta in olio extravergine di oliva. Le pittule hanno in genere una forma tondeggiante arricchita da cavolfiori, baccalà o peperoncino. le classiche non sono farcite ma vengono cosparse di miele ed anesini zuccherati. Simbolo augurale della fortuna e della nascita.

E che si mangia di buono?

Un esempio per tutti, anche se la tavola pugliese spazia da cibo di terra a quello di mare.
La Burrata è un formaggio fresco, di latte vaccino, a pasta filata, simile alla mozzarella ma dalla consistenza molto più morbida e filamentosa, prodotto nelle Murge in particolare ad Andria suo luogo di origine e in varie zone della Puglia.
È in fase avanzata il riconoscimento del marchio comunitario IGP "Burrata di Andria".
L'invenzione della Burrata è frutto della sapiente arte casearia pugliese, in particolare di quella di Andria. La burrata sarebbe stata inventata da Lorenzo Bianchino presso la masseria Piana Padula situata nei pressi del Castel del Montedove si lavorano manteche (formaggi a pasta filata leggermente stagionati con ripieno di burro), durante la forte nevicata del 1956 che investì anche il centro pugliese, rendendo difficoltoso trasportare in città latte e derivati.
Bianchino ebbe così l'idea di creare una specie di fiasco di pasta di mozzarella, praticamente un sacchetto, per conservarvi all'interno la panna e la mozzarella sfilacciata (detta stracciatella). Venne così alla luce la Burrata di Andria, che riscosse subito un grande successo in Italia e nel mondo.

martedì 15 novembre 2016

8 NOVEMBRE 2016

Da oggi, tutti i Martedì alle 11.00 sulle frequenze di Radioitaliauno, andremo a spasso per l'Italia, l'Europa e il resto del mondo.
A fare cosa?
Un tour virtuale per visitare luoghi.
E poi?
Assaggiare specialità, scoprire curiosità.
Da dove poartiamo?
Da Torino.
Un esempio?

La Mole Antonelliana, un edificio di Torino, nel centro storico, simbolo della città e d'Italia.
Il nome Mole deriva dal fatto che fu la costruzione in muratura più alta d'Europa, mentre il suo aggettivo deriva dall'architetto che la concepì, Alessandro Antonelli. Tuttavia, nel corso del XX secolo, subì importanti ristrutturazioni con cemento armato e travi di acciaio, per cui essa non può più considerarsi una struttura esclusivamente in muratura.
Alta 167,5 metri, per anni fu l'edificio più alto di Torino, ma oggi, dopo la costruzione di altre due moderne torri, resta l'edificio più alto del solo profilo centrale urbano della città.
Oggi, al suo interno ha sede il Museo Nazionale del Cinema.

E per quanto riguarda il cibo?

Beh... Uno dei piatti più tipici in questa stagione è la Bagna Cauda, una tipica ricetta autunnale piemontese che possiamo tradurre come “salsa calda” è un intingolo a base di olio, aglio e acciughe con cui si condiscono verdure crude e cotte.
Secondo tradizione questo piatto si consumava nei territori dell’astigiano, delle Langhe del Roero e del Monferrato in occasione della vendemmia.
Dopo aver tolto il germoglio si taglia ogni spicchio d'aglio a fettine molto sottili e dopo averlo asciugato, si mette in un tegame con il burro per scioglierlo a fuoco lento e molto basso.
Dopo che l’aglio si è sciolto si aggiunge l’olio in cui sono amalgamate le acciughe tagliate a pezzetti.
Si continua la cottura sempre a fuoco basso, fino ad ottenere una salsina omogenea di colore marrone chiaro.
Le verdure da mangiare con la Bagna Cauda sono essenzialmente crude. E’ questo il caso di cardi, peperoni (che possono essere anche arrostiti o conservati in aceto), cavoli, scarola, indivia, porri, cipollotti lunghi (che si è soliti incidere nella base a croce e immergere nel vino locale), rape bianche e mele.
Buone anche le barbabietole rosse cotte al forno, cavolfiori lessi, cuori di cavolo lessi, cipolle al forno, patate bianche, zucca e polenta arrosto o fritte.
Per terminare la salsa si è soliti strapazzare, all’interno del tegamino, delle uova fresche.